L’Asso-conusm, associazione per la difesa dei consumatori, degli utenti e dei cittadini, componente CNCU, si pone a sostegno degli allevatori colpiti dalle politiche multinazionali i cui principali parametri di azione risultano la redditività e il ROI.
Risalgono a neppure una settimana fa le manifestazioni del settore finalizzate a denunciare il latte sottopagato.
Come ha dichiarato la Coldiretti all’‘Authority, ci si trova di fronte «un abuso, da parte dell’industria, dovuto alla maggiore forza economica sul mercato, con imposizione di condizioni ingiustificatamente gravose agli allevatori. I prezzi praticati dagli operatori a valle della filiera del latte fresco sono iniqui e gli allevatori sono costretti a chiudere perché non riescono a coprire neanche i costi di produzione».
La chiusura delle stalle è un danno che si ripercuote nell’intero paese non solo in termini di lavoro e reddito ma anche in termini di territorio e ambiente in quanto gli allevamenti italiani che si trovano in zone rurali e di difficile raggiungibilità svolgono un ruolo prezioso di presidio del territorio dove la manutenzione è assicurata proprio dal lavoro di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali.
La forbice dei prezzi dalla stalla allo scaffale è eloquente: sugli scaffali i prezzi risultano quadruplicati rispetto a quelli alla fonte – ammontanti a circa 35 cent – che non riescono neppure a coprire i costi di produzione. Dunque appare evidente che gli allevatori producano in perdita.
Inoltre la differenza tra il prezzo del latte pagato dai consumatori e quello che viene riconosciuto agli allevatori è la più alta d’Europa. L’evidente rischio è quello di attentare il “Made in Italy” e tutto ciò che ad esso è legato.
Un altro punto sollevato è l’etichettatura: il consumatore ha il diritto di esser informato sull’origine del latte e sui prodotti derivanti.
In conclusione risulta necessario un intervento e una riorganizzazione dell’intera filiera.
L’associazione crede che la Coldiretti possa e debba farsi carico della filiera attraverso, magari, il modello cooperativo, al fine di parlare di Km 0 anche per il latte.
Ufficio Stampa Asso-Consum
Marianna Cifarelli